La sala centrale del piano superiore illustra l’eccezionale scoperta, da parte del Prof. Paul Arthur e della sua équipe dell’Università del Salento, di un villaggio altomedievale in Località Scorpo composto, caso finora unico nel Sud Italia, da Grubenhäuser, capanne diffuse nel centro e nord Europa. I plastici delle abitazioni, del pozzo con il suo straordinario ‘giacimento’ di resti ceramici e paleovegetali come i vinaccioli del VII secolo d. C., la riproduzione di punteruoli da telaio, di coppe e attrezzi in legno, insieme a ossa animali e frammenti di macine, pentole, brocche e anfore d’uso domestico, fanno rivivere la quotidianità del villaggio, che prosperava a margine del Belvedere.
Grubenhäuser
Questo tipo di capanne a fossa, comuni nell’alto medioevo in Europa centrale e settentrionale, rare al contrario in Italia, caratterizza l’insediamento rinvenuto in località Scorpo. Le campagne di scavo, dal 1999 a quelle del 2004 e 2007, con la scoperta di un pozzo, hanno restituito reperti archeobotanici preziosi per cogliere economia ed alimentazione di una comunità di ‘contadini liberi’ e autosufficiente, come ha osservato Paul Arthur. Infatti, egli nota che gran parte della cultura materiale, comprese le ceramiche, «sembra essere stata di produzione locale (…).
Un calderone in ferro e bronzo era, verosimilmente, prodotto nel Salento. Inoltre, veniva fatto uso di legno e osso per fabbricare semplici strumenti di prima necessità, per i lavori agricoli, per la caccia e per le attività domestiche. Le poche importazioni riguardano un calice in vetro, raro oggetto ‘di pregio’, forse proveniente dall’alto Adriatico, e le macine per la preparazione della farina»¹. La ceramica e le datazioni al radiocarbonio suggeriscono che il villaggio sia sorto tra il VII – VIII secolo p. C., al culmine del dominio bizantino nel basso Salento.
¹ P. ARTHUR-G. FIORENTINO-A.M. GRASSO-M.LEO IMPERIALE, La storia nel pozzo. Ambiente ed economia di un villaggio bizantino in Terra d’Otranto, cit., p. 25.
Gli scavi 2012 e 2013 in Località Scorpo
Durante le ultime due campagne di scavo, l’ équipe del Prof. Paul Arthur, coordinata dal Dr. Marco Leo Imperiale, ha esteso la ricerca sull’intera area in cui erano state rinvenute le strutture dell’insediamento.Questo scavo in open area ha permesso di comprendere meglio le relazioni spaziali tra le abitazioni in materiale deperibile, e più in generale, di favorire una lettura complessiva della porzione di villaggio in corso di indagine.
L’esame dei contesti stratigrafici relativi ad un muro largo circa 1 m. e ad un esteso crollo ha confermato che l’insediamento, almeno sul lato occidentale, era delimitato da una struttura di recinzione, al momento indagata per circa 16 m. di lunghezza. Nei pressi di questo muro è stato rinvenuto un ripostiglio di nove oggetti in ferro, deposti intenzionalmente in origine forse dentro un sacco, tra cui vi era un’accetta, uno scalpello, un manico di calderone, un falcetto ripiegato.
Nella stessa area, le indagini hanno accertato l’esistenza di una fase di frequentazione temporanea successiva all’abbandono del villaggio, probabilmente databile al X-XII secolo. Ne sono prova una pentolina frammentaria rinvenuta negli strati superiori del crollo del muro e un follis bizantino dell’XI secolo trovato nell’area di Masseria Scorpo¹.