Frequentato sin dal Paleolitico superiore, il territorio di Supersano conserva tracce abitative del Neolitico in località Falconiera, mentre all’età arcaica (VI-V sec. a.C.) si possono ascrivere resti di capanne portati alla luce in località Scorpo. Nuclei abitativi rurali di successiva età ellenistica sono stati rinvenuti nelle località Falconiera e Specchia Torricella. La vocazione agricola della zona non muta in epoca romana così come, in età bizantina, il villaggio di capanne scoperto dal Prof. Arthur in località Scorpo¹ attesta l’autosufficienza economica della piccola comunità contadina che vi dimorava. Tacciono le fonti fino all’arrivo dei Normanni nella seconda metà dell’XI secolo ed alla costituzione del Principato di Taranto nelle cui alterne vicende è coinvolto il feudo di Supersano².La presenza normanna nell’area è attestata dall’esistenza della motta di Specchia Torricella e dall’erezione della successiva torre in pietra del XII secolo inglobata nel Castello Manfredi di Supersano.
¹ Cfr. P. ARTHUR-G. FIORENTINO-M.L. IMPERIALE, L’insediamento in Loc. Scorpo (Supersano, LE) nel VII-VIII secolo. La scoperta di un paesaggio di età altomedievale in “Archeologia Medievale” n. XXXV, 2008; Paul Arthur rileva, tra l’altro, che la vita dell’insediamento non dev’essere continuata oltre l’età bizantina ma non esclude che i suoi abitanti abbiano potuto partecipare alla genesi del villaggio medievale di Supersano, «per il quale non abbiamo ancora dati anteriori all’età normanno-sveva, momento in cui doveva essere stato edificato il primo impianto del castello Manfredi» (ivi, p.377) e cfr. P. ARTHUR-G. FIORENTINO-A.M. GRASSO-M.L. IMPERIALE, La storia nel pozzo. Ambiente ed economia di un villaggio bizantino in Terra d’Otranto, Lecce 2011, p. 28;
² Il Montefusco rileva come «Sin dai primi documenti nei quali è citato, il feudo di Supersano si trova a far parte del Principato di Taranto che nel 1195 l’imperatore Federico I di Svevia concede al figlio Enrico VI [N.d.R.: la data del 1195 andrebbe arretrata al 1190, anno di morte di Federico I, mentre è nel 1195 che Enrico VI infine, vinti i baroni normanni che gli opponevano come sovrano Tancredi conte di Lecce, entra in possesso del Regno di Sicilia, portatogli in dote dalla moglie Costanza d’Altavilla e comprendente il Principato di Taranto]. Nel 1240 è infeudato di Supersano, da Federico II, il figlio naturale Manfredi Lancia. Sconfitto ed ucciso nella battaglia di Benevento nel 1266 da Carlo I d’Angiò e insignoritosi costui del Regno di Napoli, nel 1272 infeudò di Supersano Filippo Montefusco[li], alla morte del quale, avvenuta senza eredi diretti, il feudo venne nuovamente incorporato nel Principato di Taranto che nel 1294 venne da Carlo II concesso al figlio Filippo» (L. A. MONTEFUSCO, Le successioni feudali in Terra d’Otranto, Novoli, 1994, pp. 501-502). Rispetto al 1272, l’annotazione della Cancelleria Angioina (Cfr. R.FILANGIERI, cit.) attesta già al 1269 l’infeudazione di Supersano al normanno Filippo Montefuscoli; per la data del 1272 si veda pure: A. FOSCARINI, Armerista e notiziario delle famiglie nobili notabili e feudatarie di Terra d’Otranto, Lecce 1903, rist. an. Bologna 1971, pp. 142-143.
Il Principato di Taranto
Alla morte di Roberto il Guiscardo nel 1085, il figlio Ruggero Borsa, designato erede del Ducato paterno di Puglia e Calabria, pone fine nel 1086 alla lotta per la successione con il fratello maggiore Boemondo cedendogli parte dei suoi possessi pugliesi tra cui Taranto e Terra d’Otranto, base di quel Principato i cui contorni si possono considerare però ben definiti solo in epoca sveva: «E’ nella concessione di Federico II al figlio Manfredi che troviamo per la prima volta affermata quella delimitazione territoriale del Principato di Taranto, che si è invano cercata nel periodo normanno», come osserva l’Antonucci¹.
Nella successiva età angioina, il re di Napoli Carlo II assegna il Principato di Taranto nel 1294 al suo quartogenito Filippo (1294-1331), che lo trasmette ai figli Roberto (1331-1364) e Filippo II (1364-1373). Morto Filippo II senza eredi diretti, il Principato passa al nipote Giacomo del Balzo (1380-1383) nato da Margherita d’Angiò (figlia di Filippo) e Francesco del Balzo, duca d’Andria. Giovanna I d’Angiò, regina di Napoli, dona però il Principato al marito Ottone di Brunswick (1383-1399) sottraendolo ai del Balzo ai quali torna nel 1399 nella persona di Raimondo Orsini del Balzo, discendente di Maria del Balzo, sorella di Giacomo, che non aveva lasciato suoi successori.